1.4. Testi dalla tomba tebana del visir Ramose (TT 55)

Fig. 4. Tomba di Ramose (TT 55) (Davies 1941, tav. XXIX).

Oltre alla stele di Gebel es-Silsileh, Amenhotep IV appare associato sia al dio Amon-Ra sia alla nuova divinità solare solo nella tomba tebana allestita per il visir Ramose, la cui carriera ebbe inizio nell’ultima parte del regno di Amenhotep III. Sulla parete ovest dell’anticamera della tomba una scena, eseguita secondo lo stile convenzionale, mostra quattro immagini di Ramose mentre presenta degli oggetti rituali, fra cui stendardi sormontati da una testa di ariete – animale associato al dio Amon – al giovane Amenhotep IV, seduto in trono e con la corona blu1Vedi Glossario – CORONA BLU: In antico egiziano khepresh, è spesso indossata dai sovrani del Nuovo Regno, in contesti cerimoniali o bellici. sul capo, seguito dalla dea Maat, rappresentata assisa e con un braccio alzato a toccare la spalla del sovrano (Davies 1941, tavv. XXIX-XXXI; Helck 1955-58, pp. 1780-1781; Helck 1961, p. 254; Murnane 1995, pp. 62-63) (Fig. 4).

I testi relativi ad Amon e al dio solare sono complementari e non prevedono la superiorità di uno rispetto all’altro. È degno di nota che, oltre a Amon, siano menzionati anche gli altri membri della cosiddetta triade tebana, ossia la sua compagna, la dea Mut, e il loro figlio Khonsu.
Come si noterà, il nome del dio solare è preceduto dal termine ankh, «vita», «vivere». Tale aggiunta iniziò ad apparire in un periodo successivo alla creazione della stele di Gebel es-Silsileh, che annuncia la costruzione del grande Benben a Karnak. La decorazione di questa scena nella tomba di Ramose deve pertanto essere cronologicamente posteriore alla stele, risalente forse all’anno 1 di regno, e precedente all’introduzione dell’iconografia dell’Aten come disco solare da cui partono dei raggi e alle radicali modifiche introdotte nell’arte a partire dall’anno 4.

Parole da recitare dal sovrintendente alla città e visir Ramose, giusto di voce: ‘[È] per il tuo ka2Vedi Glossario – KA: Il ka, così come l’akh e il ba, denota un elemento spirituale di dei e uomini. Esso abbraccia una vasta gamma di significati. Si tratta di una forza vitale e creatrice dell’individuo, una sorta di gemello spirituale, un’energia che continua a vivere nell’aldilà dopo la morte del corpo, nutrita attraverso le offerte. il bouquet di tuo padre [Amon-Ra, signore dei troni delle Due] Terre, che presiede a Karnak. Possa egli favorirti, amarti e far sì che tu perduri. Possa egli garantirti [vita, forza, salute (?) sul] grande [seggio]. Possa egli abbattere i tuoi nemici, morti [o vivi], mentre tu sei stabile sul seggio [dei] viventi. Tutta la vita e dominio davanti a te, tutta la salute davanti a te, come tuo padre Ra, ogni giorno!’.
Parole da recitare dalla bocca di Nekhen,
3Titolo assunto dai visir. sacerdote hem-netjer di Maat, sovrintendente alla città e visir Ramose, giusto di voce4Vedi Glossario – GIUSTO DI VOCE (MAA-KHERU): Si tratta di un epiteto del dio Horo che allude alla sua vittoria contro Seth, sia essa avvenuta nel tribunale divino o grazie a uno scontro fisico diretto. Grazie a questa vittoria, Horo ereditò il trono d’Egitto dal proprio padre Osiri, assassinato dal fratello Seth. «Giusto di voce» ha anche forti connotazioni funerarie, in quanto divenne un comune epiteto attribuito ai defunti, i quali si pensava fossero accolti nell’aldilà governato da Osiri dopo essere stati favorevolmente giudicati da un tribunale divino presieduto dallo stesso Osiri.: ‘[È] per il tuo ka il bouquet di tuo padre ‘ankh-Ra-Horakhty che gioisce all’orizzonte nel suo nome di luce che è in Aten’. Possa egli favorirti, amarti e far sì che tu perduri. Possa egli donarti milioni di anni [con] la registrazione dei tuoi giubilei, e tutte le terre sotto i tuoi sandali. Possa egli abbattere i tuoi nemici, morti o vivi. [Tutta] la gioia davanti a te, tutta la salute davanti a te, tutta la vita davanti a te, mentre tu sei stabile sul trono di Ra, per sempre [come Ra]’.

Alcuni testi accompagnano le figure di Ramose. Tra le prime due figure: «Presentare il bouquet di Horakhty da parte del sovrintendente alla città e visir Ramose, giusto di voce».
Terza figura: «‘[Per il tuo ka il bouquet di Mut! Possa ella favorirti], amarti e porre le sue braccia come protezione dietro di te’. Da parte del sovrintendente alla città e visir Ramose, giusto di voce».
Quarta figura: «‘Per il tuo ka il bouquet di Khonsu Neferhotep. Possa egli concederti tutta la gioia davanti a te’. Da parte della bocca di Nekhen, il sacerdote hem-netjer di Maat, sovrintendente alla città e visir Ramose, giusto di voce».

Fig. 5. Tomba di Ramose (TT 55) (Davies 1941, tav. XXXIII).

Le decorazioni della tomba del visir Ramose mostrano il drammatico cambiamento nell’arte egiziana verificatosi nell’arco di pochissimi anni. Infatti, una scena, lasciata incompiuta, è eseguita secondo il nuovo stile dell’arte amarniana e offre uno dei primissimi esempi di un tipo di iconografia nuova (Davies 1941, tavv. XXXIII-XXXIV; Helck 1955-58, pp. 1781-1782; Helck 1961, pp. 254-255; Murnane 1995, pp. 63-64): il re e la regina Nefertiti, che inizia dunque a essere raffigurata accanto al marito, si affacciano da un balcone sopraelevato, noto col nome di “finestra dell’apparizione”, per ricompensare il visir (Fig. 5). Questo elemento architettonico è inserito in un contesto che evoca di certo il palazzo di residenza. Sopra la coppia regale, inoltre, appare la nuova interpretazione iconografica del dio sole, raffigurato come un disco solare visto frontalmente, da cui discendono i raggi che terminano con delle piccole mani. Questa scena potrebbe essere datata al quarto anno di regno, quando iniziano ad apparire sia la nuova iconografia solare, sia la regina Nefertiti, o all’anno successivo. Tale data parrebbe confermata dall’assenza nella scena della primogenita della coppia regale, la principessa Meritaten, probabilmente nata nel quarto o quinto anno.
Questo tipo di scene, con la coppia affacciata dalla finestra dell’apparizione5Vedi Glossario – FINESTRA DELL’APPARIZIONE: Attestata a partire dalla XVIII dinastia, è un motivo iconografico prediletto durante l’epoca amarniana. Era un balcone del palazzo regale coperto da un baldacchino dal quale il re si affacciava per mostrarsi ai sudditi e ricompensare i suoi funzionari., spesso in compagnia di una o più figlie, diventerà un elemento caratteristico delle decorazioni delle tombe dei funzionari ad Amarna. Il tema è chiaro: si tratta di una descrizione del legame di dipendenza che unisce i funzionari al re e alla sua famiglia. La coppia, o meglio la famiglia regale, dall’alto del suo balcone a palazzo, si mostra al dignitario di turno, elargendogli oro e doni come ricompensa della sua efficienza e, non da meno, della sua lealtà. In sintesi, la ricchezza e i beni materiali discendono da un sovrano e da una regina soddisfatti.
In questo contesto, Ramose è raffigurato in ginocchio per pronunciare un breve discorso in cui il re è equiparato al dio sole: il sovrano «sorge» (uben) così come sorge suo padre Aten.

Porgere adorazione al buon dio [= il re] e baciare il suolo per il signore delle Due Terre, da parte del nobile e amico unico, sovrintendente alla città e visir Ramose. Egli dice: ‘[Quando] tu sorgi (uben), O Neferkheperura Uaenra, tu appari come tuo padre, l’Aten vivente. Possa egli garantirti l’eternità come re e la perennità come gioioso sovrano’.

Un’altra scena mostra Ramose, con le braccia alzate e adornato con collari d’oro, ricompense della coppia regale. Di nuovo, le parole del visir sottolineano come l’attività benefica del dio sole sia rivolta in primo luogo a favore del sovrano. Nessuna allusione ad altre divinità è qui presente:

Il nobile e amico unico, il favorito [e amato del] signore delle Due Terre, il sovrintendente alla città e visir Ramose. Egli dice: ‘Rendi in salute [il faraone – vita, forza, salute – O Aten…] voi [= la popolazione], poiché Aten soddisfa il suo cuore, il buon sovrano, dalla forma valorosa. Sorgi per lui, O Aten! Rendi sano il faraone, O Aten!’.

Nel registro inferiore, Ramose prende congedo dalla coppia per rendere un saluto a funzionari e emissari stranieri (Davies 1941, tav. XXXVI, Helck 1955-58, pp. 1782-1783; Helck 1961, p. 255; Murnane 1995, pp. 63-64). Il testo riporta un purtroppo frammentario discorso del sovrano e la risposta del visir. Le loro parole, con riferimenti a ordini regali e a «monumenti», potrebbero alludere alle opere architettoniche intraprese in onore del dio sole a Karnak:

Discorso del re, che vive di Maat, il signore [delle Due Terre…], dotato [di vita] al nobile [e amico unico], sovrintendente alla città e visir Ramose: ‘[Ascolta] le parole che ti rivolgo, i piani [del signore delle Due Terre…], le procedure, esse si verificano (?) […]. Io ho decretato ciò. Tutto ciò che si trova nella terra intera […] più che i re [che esistevano] dal tempo del dio […]’. Il nobile e amico unico, sovrintendente alla città e visir Ramose. Egli dice: ‘Si è agito per [l’Aten] come tu hai ordinato, poiché (?) tu […]. I tuoi monumenti sono stabili come il cielo e la tua durata di vita è come Aten in esso [= il cielo]. I tuoi monumenti vengono all’esistenza (kheper) come manifestazioni (kheperu) del cielo. Tu sei unico e questa terra è sotto le tue direttive. È per te che le montagne rivelano ciò che celano. La tua fama è presente nei loro [= le montagne] cuori come la tua fama è presente nei cuori delle persone, ed esse ti ascoltano come le persone ti ascoltano’.