3.3. Stele della restaurazione

Il rinnovato ruolo di Tebe e del suo dio, e di conseguenza del suo sacerdozio, fu suggellato dall’erezione all’interno del tempio di Karnak di una stele, nota come la stele della restaurazione (Lacau 1909-26, pp. 224-230, tav. 70; Murnane 1995, pp. 212-214), usurpata poi da Horemheb. Si tratta di un documento di primaria importanza, che getta luce sulla politica religiosa dell’epoca. Il testo inizia con una data, di cui purtroppo l’anno di regno non risulta più leggibile; molti studiosi hanno integrato la lacuna con «anno 1»; ciò contrasta col fatto che, nella stessa stele, il re è menzionato non come Tutankhaten, bensì già come Tutankhamon. In realtà, la stele potrebbe aver riportato una data successiva all’anno 3, a meno che l’anno 1 non debba essere inteso in senso retrospettivo, ossia che il sovrano abbia intenzionalmente non tenuto conto degli anni da lui trascorsi sotto l’ombra dell’Aten per far coincidere l’inizio del suo regno con la restaurazione amoniana. La data è seguita dalla titolatura del re, nella quale egli si definisce «amato» da alcune delle maggiori divinità: Amon-Ra di Tebe, Atum e Ra-Horakhty di Heliopoli, Ptah di Menfi e Thot1Vedi Glossario – THOT: Dio lunare, patrono della scrittura e delle scienze. Svolse anche il ruolo di messaggero degli dei., dio della conoscenza. Non sorprende che il dio Aten non sia mai menzionato. La sua presenza sarebbe stata, se non sgradita, di certo inappropriata in una stele collocata a Karnak e il cui testo di fatto costituiva una condanna dell’operato di Akhenaten. Dopodiché, Tutankhamon, in qualità di «figlio di Amon» e di «buon sovrano che fa cose utili per suo padre e tutti gli dei», si presenta nella sua veste di restauratore, ossia di colui che «ha scacciato il male dalle Due Terre» al fine di ripristinare la Maat e di far tornare la terra «allo stato primordiale».

Secondo la stele, al momento della salita al trono, Tutankhamon avrebbe ereditato un paese afflitto: i templi erano in rovina, la forza militare egiziana ridotta a nulla e le divinità del tutto sorde alle suppliche dei fedeli. Gli «dei avevano voltato le spalle a questa terra» a causa delle scelte dei suoi immediati predecessori, in particolare Akhenaten, il quale, sebbene non sia mai menzionato, è evidentemente ritenuto il responsabile dello stato desolante in cui si trovava l’Egitto. La risposta alla crisi appare come il frutto di una decisione personale del giovane sovrano, presa non ad Akhetaten, ma quando si trovava nel suo palazzo nel «dominio di Aakheperkara» (= Thutmose I) a Menfi. Tutankhamon «si consigliò col proprio cuore, indagando ogni questione eccellente, cercando ciò che è utile a suo padre Amon». Il testo continua elencando le azioni concrete compiute dal re a favore degli dei: vengono create nuove statue, in particolare per gli dei Amon e Ptah viene aumentato il numero dei pali di sostegno usati per il trasporto delle loro immagini durante le processioni. L’ampliato numero di questi pali implica barche processionali più grandi, con un numero maggiore di sacerdoti necessari al loro trasporto. Oltre a decretare nuovi servizi d’offerta e ricchezze per gli dei, si procede a organizzare il personale per i templi e a nominare un nuovo clero, formato da persone giovani e di fiducia, «figli di dignitari… ognuno essendo figlio di un uomo saggio il cui nome era conosciuto». Tutankhamon non nasconde che tutto ciò è economicamente a carico della corona. Il risultato di tutte queste azioni è aver riportato gioia nei cuori degli dei e, di conseguenza, benessere per il paese.

Benché non abbiamo motivo di dubitare della realtà delle azioni intraprese da Tutankhamon in favore di Amon e degli altri dei, ci si può però chiedere se, alla morte di Akhenaten, la situazione fosse davvero così drammatica. Non siamo neppure in grado di valutare il livello di propaganda filo-tebana in questo testo, che non contiene nessun accenno alla possibile politica di riconciliazione operata da Neferneferuaten. Al pari della regina Ankhesenamon, anche Tutankhamon era, con ogni probabilità, figlio di Akhenaten e pertanto i suoi consiglieri ritennero necessario marcare la cesura col recente passato. Attraverso il testo della stele, il re fanciullo veniva presentato al paese come l’iniziatore di una nuova epoca di prosperità per l’Egitto e i suoi dei. Inoltre, dichiarare di ripristinare la Maat equivaleva a un’affermazione del diritto del giovane re al trono; tuttavia, nonostante la menzione di altri dei e il fatto che il sovrano sieda «sul trono di Horo», la legittimazione del potere regale è garantita prevalentemente da Amon di Karnak, dove la stele fu collocata.

Nella parte superiore della stele si trova una doppia scena nella quale il sovrano è rappresentato mentre offre dei fiori a «Amon-Ra, signore dei troni delle Due Terre, signore del cielo, re degli dei», seguito da «Mut, signora di Isheru, sovrana di tutti gli dei». Amon porge il simbolo ankh alle narici del re, il quale era seguito da una immagine della regina Ankhesenamon, cancellata quando la stele fu usurpata da Horemheb. In tutto il monumento, il nome d’intronizzazione «Nebkheperura» e il nome «Tutankhamon, sovrano dell’Heliopoli meridionale» furono sostituiti coi nomi di Horemheb: «Djeserkheperura setepenra» e «Horemheb, amato di Amon».

[Anno 1?], quarto mese della [stagione] akhet, giorno 19, sotto la Maestà di Horo ‘Toro possente, le cui nascite sono perfette’, Horo d’Oro ‘Le cui corone sono esaltate e che soddisfa gli dei’, il re dell’Alto e del Basso Egitto [Nebkheperura], il figlio di Ra [Tutankhamon, sovrano dell’Heliopoli meridionale], dotato di vita come Ra, per sempre [in eterno], amato di [Amon-Ra], il signore dei troni delle Due Terre, che presiede a Ipet-sut [= Karnak], e di Atum, signore delle Due Terre, l’Heliopolitano, di Ra-Hora-khty e di Ptah rsy-ineb-ef, signore di [Ankh]tauy2Ankhtawy denota solitamente la necropoli di Menfi. e di Thot, signore delle parole divine,3I geroglifici, la scrittura (medu netjer). essendo [= il re] apparso sul [trono] di Horo dei viventi, come Ra ogni giorno, il buon [dio], figlio di Amon, bambino di Ka-mut-ef4Vedi Glossario – KA-MUT-EF: Letteralmente «toro di sua madre», è un epiteto attribuito perlopiù agli dei itifallici Min e Amon al fine di esaltarne la fecondità e potenza erotica., utile seme e sacro uovo che Amon stesso ha generato – il padre delle Due Terre (?), che costruì colui che lo ha costruito, che ha generato colui che lo ha generato – alla cui nascita i bau di Heliopoli si sono radunati per farlo re dell’eternità, un Horo che perdura per sempre, un buon sovrano che fa cose utili per suo padre e tutti gli dei. Egli ha restaurato ciò che era in rovina, come un monumento del tempo dell’eternità. Egli ha scacciato il male dalle Due Terre, [cosicché] Maat è [ora] stabile [nella sua sede], e ha fatto sì che la falsità fosse un abominio e che la terra fosse come [era] al suo stato primordiale. Ecco, [quando] sua Maestà apparve come re, i templi e le città degli dei e delle dee, da Elefantina [alle] paludi del Delta […] erano caduti in rovina, le loro cappelle erano in uno stato di degrado, essendo divenute come tumuli ricoperti di erba. I loro santuari erano come qualcosa che non fosse [mai] esistito e i loro edifici erano come sentieri. La terra era sofferente, [mentre] gli dei avevano voltato le spalle a questa terra. Se [un esercito fosse stato] inviato a Djahy5Territorio nella regione di Canaan. per estendere i confini dell’Egitto, non si avrebbe avuto nessun successo. Se si fosse pregato un dio per chiedere qualcosa dalla sua mano, egli non sarebbe giunto e se si fosse supplicata una dea allo stesso modo, ella non sarebbe giunta per nulla. I loro [=degli dei] cuori erano deboli a causa dei loro corpi6Ossia le loro statue, non più create durante il regno di Akhenaten. ed essi distrussero ciò che era stato fatto.
Ma dopo che diversi giorni erano passati, [sua Maestà] apparve sul trono di suo padre; egli regnò sulle rive di Horo, l’Egitto e il deserto erano sotto il suo controllo e ogni paese si inchinava alla sua potenza.
Ecco, quando sua maestà era nel suo palazzo, che è nel dominio di Aakheperkara [= Thutmose I] – come Ra all’interno del cielo – sua Maestà compiva gli affari di questa terra e le necessità quotidiane delle due rive [= Egitto]. Allora, sua Maestà si consigliò col proprio cuore, indagando ogni questione eccellente, cercando ciò che è utile a suo padre Amon e plasmando la sua nobile immagine con vero elettro. Egli accrebbe ciò che era stato fatto in precedenza e plasmò suo padre,
7Ossia preparò una statua della divinità. la cui sacra immagine è in elettro, lapislazzuli, turchese e ogni nobile pietra preziosa, per stare su [ben] tredici pali di sostegno, mentre la Maestà di questo nobile dio era precedentemente su undici pali di sostegno; egli ha plasmato Ptah rsy-ineb-ef, signore di Ankhtauy, la cui sacra immagine è in elettro, [sopra] [ben] undici pali [di sostegno], la sua sacra immagine è in elettro, lapislazzuli, turchese e ogni nobile pietra preziosa, mentre la Maestà di questo nobile dio era precedentemente sopra nove pali di sostegno. E la sua Maestà fece monumenti per gli dei, [plasmando] le loro statue in vero elettro dal meglio delle terre straniere, costruendo i loro santuari a nuovo, come monumenti per il tempo dell’eternità, forniti con il necessario, per sempre, allestendo per loro le offerte divine, consistenti in sacrifici giornalieri e fornendo il loro cibo sulla terra.
Egli ha dato di più di ciò che c’era in precedenza, superando ciò che era stato fatto sin dal tempo dei [suoi] antenati; egli ha iniziato i sacerdoti-
uab e i sacerdoti-hem-netjer8Vedi Glossario – HEM-NETJER: È una delle cariche sacerdotali più diffuse. Letteralmente «servo del dio», è spesso tradotto come «profeta». Il titolo era spesso accompagnato dal nome della divinità per la quale il sacerdote prestava servizio. All’apice della gerarchia di un tempio vi era un unico sacerdote che portava il titolo di «primo servo del dio» (hem-netjet tepy)., figli di dignitari delle loro città, ognuno essendo figlio di un uomo saggio il cui nome era conosciuto; egli ha moltiplicato le loro offerte, in oro, argento, rame e bronzo, senza limite a [nulla], ha riempito i loro magazzini con servitori e servitrici [provenienti] dai tributi del saccheggio di sua Maestà. […] ogni […] dei templi e città, raddoppiando, triplicando e quadruplicando con argento, oro, lapislazzuli, turchese e ogni nobile pietra preziosa, lino regale, lino bianco, lino fine, olio di moringa, resina, grasso […], incenso, balsami e mirra, senza un limite a ogni cosa buona. Sua Maestà – vita, forza, salute – ha ricavato le loro barche da fiume dal legno di abete fresco del Libano, il migliore della regione di Negau,9Regione a nord di Biblo. lavorate con il miglior oro delle zone montuose, [cosicché] esse illuminino il fiume. Sua Maestà – vita, forza, salute – ha consacrato servitori e servitrici, cantrici e danzatrici, che erano state a servizio nella casa del re. I loro salari sono a carico del Palazzo e della [tesoreria] del signore delle Due Terre. Io faccio sì che essi siano salvaguardati e protetti per i miei avi e tutti gli dei, affinché essi siano soddisfatti, facendo ciò che il loro ka desidera, cosicché proteggano l’Egitto.
E gli dei e le dee che sono in questa terra, i loro cuori sono in gioia! I signori dei santuari si rallegrano, le rive giubilano, l’esultanza è in [tutta] la terra, ora che buoni [piani] si sono attuati. E l’Enneade
10Vedi Glossario – ENNEADE: Il termine è l’equivalente dell’egiziano pesedjet, «nove», e può riferirsi a qualunque gruppo di nove dei. Le attestazioni più antiche della pesedjet ricorrono già nei Testi delle Piramidi. Poiché il numero nove rappresenta un potenziamento della molteplicità espresso attraverso la ripetizione per tre volte del numero tre, pesedjet può indicare un grande numero e pertanto non necessariamente essere composta da nove dei. L’Enneade più attestata è quella di Heliopoli, composta dal dio sole Atum, creatore di tutto ciò che esiste, dai suoi figli Shu e Tefnet, i nipoti Geb e Nut e dai loro figli, Osiri, Seth, Isi, e Nefti. che è nel Grande Tempio, le loro braccia sono in adorazione e le loro mani colme di giubilei per l’eternità e per sempre. Tutta la vita e il dominio che sono in loro sono per il naso del re vittorioso, l’Horo ‘Colui che ripete le nascite’, il figlio amato [di suo padre Amon-Ra, re] degli dei, che lo ha generato al fine di generarlo, [ossia] il re dell’Alto e del Basso Egitto [Nebkheperura], amato di Amon, il suo primogenito, il suo vero amato, che protegge il padre che lo ha generato, la cui regalità è la regalità [di] [suo] padre Osiri, il figlio di Ra [Tutankhamon, sovrano dell’Heliopoli meridionale], un figlio che è utile a colui che lo ha generato, ricco di monumenti, dalle numerose meraviglie […] che costruisce monumenti di sua iniziativa per suo padre Amon, perfetto di nascite, il sovrano [che ha rifondato] l’Egitto.
In questo giorno, quando si era nel bel palazzo – che è nel dominio di Aakheperkara, giusto di voce – sua Maestà – vita, forza, salute – era ringiovanito, uno che afferra colui che si affretta sul suo corpo (?).
11Jt wnj hr dt.f; un’altra possibile traduzione è: «la riconquista correva lungo il suo corpo». Khnum lo ha creato […] egli [= il re] è uno forte di braccio, grande di forza, uno che è più insigne di un [semplice] vittorioso, grande di forza come il figlio di Nut [= Seth12Vedi Glossario – SETH: Fratello di Osiri, Isi e Nefti. Rappresentato come un animale favoloso o come un uomo con testa di questo stesso animale. Divinità ambigua, talvolta violenta. Secondo un mito avrebbe ucciso Osiri, che regnava sull’Egitto, e combattuto contro il figlio di quest’ultimo, per ottenere il trono del paese. Alla fine della contesa, egli venne sconfitto. Venne pertanto associato al deserto, ossia alla zona alla periferia del mondo ordinato. Tuttavia, Seth può aiutare il dio sole contro i suoi nemici.], forte di braccio come Horo, nessuno eguale a lui è mai venuto all’esistenza tra i coraggiosi di tutte le terre insieme. Egli è sapiente come Ra, [ingegnoso come] Ptah, perspicace come Thot, uno che ordina le leggi, i cui decreti sono efficaci […] eccellente di parola, il re dell’Alto e del Basso Egitto, signore delle Due Terre, il signore che compie il rito, signore della forza [Nebkheperura], che soddisfa [… il figlio di Ra], della sua carne, il signore di ogni paese straniero, signore delle corone [Tutankhamon, sovrano dell’Heliopoli meridionale], dotato di vita, stabilità e dominio come Ra [per sempre, in eterno].